Per la trasfigurazione operata da Chiossi, l’Orb diventa un condensatore di simboli, giunti ad oggi, senza soluzione di continuità, provenienti da tutti i passati di cui abbiamo coscienza. Tutta la memoria del mondo si sedimenta in questi lavori d’arte per entrare in riverberazione con la semiotica di Vivienne Westwood. L’Orb, grazie alla visionarietà di Michele Chiossi, diventa “Orbital”, titolo di questo accadimento e scultura in marmo e acciaio sospesa e rotante che si andrà a stagliare su un wallpaper progettato dall’artista come un florilègio di emoji, rielaborato per l’occasione in versione limited edition. E ancora marmi, bronzi e specchi; se lo specchio esprime l’idea di guardare dentro di sé, l’Orb dinnanzi allo specchio è invitato a disvelare tutto il suo portato segnico.
Sottotitolo ideale di questa esposizione evento, epifania di costellazioni di idee e utopie realizzate da Chiossi nella tensione volta ad aiutare il destino attraverso i buoni flussi energetici, è la frase “Save the fate”, che ricorre nel percorso espositivo ma soprattutto in un’opera in marmo scuro dalla foggia di cartiglio classico, ricorrente nei tatuaggi old school, tatuaggio che è presente anche sul braccio dell’artista a significare l’inizio di un nuovo ciclo di rinascita.
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