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ANTONIO MARRAS SS 22 - MILAN FASHION WEEK


Antonio Marras e la collezione della rinascita.
Il designer profondamente colpito dagli incendi che hanno devastato la Sardegna, patria e da sempre musa ispiratrice per le sue collezioni, si rivolge al Santo: Santu Lussurgiu proteggici!
In un paesaggio devastato colpito dal dolore, la speranza di rinascita.

C’era una volta nel Montiferru, proprio al centro dell’Isola, una lussureggiante foresta di lecci, querce, castagni, rove-relle e sughere secolari popolati da cervi e mufloni e sorvolati da falchi e grifoni.

In un’estate strana, dalla luce accecante e dal caldo soffocante si insinua, traditrice e ingannevole, una scintilla. Si fa strada tra macchia mediterranea, boschi, pascoli, ulivi, capannoni, fienili con le scorte di foraggio e mezzi agricoli e raggiunge, ormai fuoco vivo e implacabile, animali indifesi e ignari.

E come in un disegno malvagio e inutile, le fiamme, approfittando del caldo estremo e dello scirocco incontrollabile, si dedicano ad anarchiche battaglie distruttive. 

Ettari ed ettari di terreno inceneriti da fuochi determinati, tenaci e incattiviti. 

Povere pernici, poveri picchi, poiane, falchi e gufi e pecore, mucche e cavalli.

E poveri rettili, lepri, ricci e cinghiali.

Che strazio! Che tristezza!

Una ferita in fondo al cuore!

Santu Lussurgiu proteggici!

Fuochi indiavolati e fiammeggianti non hanno lasciato intentato nessun sentiero, nessuna macchia mediterranea, nessuna pietra, nessun cammino disarticolato, tortuoso e ripido sino alla montagna, sino a Badde Urbara.

Che disastro! Che dolore!

Eppure, lo sappiamo, il percorso della civiltà inizia solo quando Sant’Antonio è sceso sotto terra a strappare un po’ di fuoco al Diavolo.

Quante tradizioni e leggende legate al mitico elemento.

Il fuoco accomuna, il fuoco incanta, il fuoco riscalda, il fuoco ipnotizza, il fuoco ispira.

Ispira racconti, storie e non solo.

Il fuoco è magico.

Quanti patti di sangue realizzati saltando a due a due sul fuoco il giorno del solstizio d’estate.

Compari per la vita, si diventa! 

Tutto è andato inesorabilmente in fumo.

Ragazzi e ragazze, disorientati e increduli, si aggirano tra la foresta ferita per renderle omaggio.

Tra narrazioni della memoria, visioni di culture popolari e paesaggi surreali, i ragazzi si incontrano e insieme sfilano tra braci di raso.

È un’estate strana, un’estate infuocata, terra bruciata e luce abbagliante.

Camminano in terreni scomposti, inusuali e complicati avvolti dai riflessi, i riverberi e i luccichii del sole a picco.

Un sole evanescente ed invisibile ma presentissimo. Lo puoi sentire ma non vedere, avvolto tra cieli grigi e arroventati.

Le figure vagano tra i meandri di una terra ostile ma fantastica, cupa ma incantevole, sconosciuta ma invitante.

È un paesaggio lunare, è il medioevo post-industriale.











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