Un progetto creativo fatto di ironia, colore, sapore, ma soprattutto rispetto. Rispetto verso gli animali, verso il prossimo, verso chi è differente da noi. La mostra propone al pubblico alcune domande: chi o cosa si può definire normale? L'anormalità fa così paura? E, soprattutto, la normalità esiste sul serio? Dopotutto la diversità è alla base della ricchezza, e la follia diventa momento di confronto e di arricchimento, anche culturale.
"Le idee migliori non vengono dalla ragione ma da una lucida, visionaria follia: sono le parole di Erasmo da Rotterdam nel suo "Elogio della follia". E proprio questo è il commento di coloro che vengono a vedere le mie opere. Se per Fenerbech l'unica filosofia è quella che crea totale libertà di pensiero, per me lo stesso ragionamento vale anche nell'arte" - dichiara Valeria Catania - "La follia è un personale stato di grazia: è il motore della creatività. Normalità è sinonimo di conformismo: e poi basta leggere le lezioni di Erich Fromm sulla "Patologia della normalità dell'uomo contemporanei". Ed è stato Steve Jobs a dire: "Stay foolish", ovvero "Siate folli".
"La scelta di queste opere è stata dettata dalla consapevolezza che l'evasione dalla realtà, con il conseguente approdo nel mondo dei cartoons, rappresenta una forma di follia, necessaria per evadere dalla finitezza del mondo - spiega l'artista Guido Pecci - L'arte è uno dei tanti possibili strumenti con cui si interpreta la realtà; pertanto, è indissolubilmente legata alla follia, a tal punto da assumerne, il più delle volte, le stesse fattezze".
IL PROGETTO "NORMALITY" - La mostra si inserisce in un progetto ben più ampio, il cui "fuoco artistico" è il cortometraggio Normality, produzione indipendente dell'attore Gabriele Lazzaro, che sarà presentato venerdì 25 settembre a giornalisti, ospiti e artisti. Protagonisti Mariella Valentini e Gabriele Lazzaro, con l'amichevole partecipazione di Carola Stagnaro e la straordinaria presenza nella colonna sonora di Grazia di Michele.
"È una storia scritta a 4 mani con la psicoterapeuta Maria Grazia Lo Russo - afferma Gabriele Lazzaro - con cui racconto in venti minuti l’amore malato di Norman per sua madre. Lui è un giovane uomo timido e problematico, afflitto da un’eredità patologica che deve agli abusi subiti dal nonno; lei una donna instabile, che pur di negare a se stessa la psicosi del figlio è disposta veramente a tutto. La cosa paradossale è che entrambi, per sopravvivere, hanno bisogno della loro dipendenza emotiva"
Durante la mostra, che proseguirà sino a fine novembre, una serata speciale sarà dedicata anche agli appassionati di teatro, con uno spettacolo che ricalca i temi della follia e del disordine.
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