CM Project di Marco Calisse fa il focus sulle nuove leve del design
contemporaneo con un evento ispirato al personaggio simbolo della
controcultura americana: Edie Sedgwick.
Modella, attrice, icona di stile, Edie Sedgwick è il manifesto vivente della Pop Art, movimento artistico che esplode Oltreoceano nella seconda metà del XX Secolo e che rompe con la tradizione, invitando a riconsiderare lo stesso concetto di arte. Arrivata a New York intorno alla metà degli anni ’60, appena ventiduenne, deve il suo improvviso e travolgente successo al fortunato incontro con Andy Wharol, padre americano di questa corrente artistica. Bellissima diva e musa ispiratrice di diversi artisti (da Wharol fino a Lou Reed e Bob Dylan) per un brevissimo periodo di tempo, compreso fra il marzo del 1965 e il 1966, diventa la nuova stella della Grande Mela, una luminosissima cometa che per qualche mese oscura tutto il resto.
“Edie Sedgwick era semplicemente Edie. Il naturale centro dell'attenzione intorno a cui gravitavano tutti gli sguardi, il sorriso capace di mandare in frantumi il cuore di chiunque si trovasse al suo cospetto.”
Copertine di Vogue, di Life, undici film con Wharol.
Ed è sempre quest’ultimo che le apre le porte della Factory, il leggendario laboratorio creativo nato al quinto piano del 231 East 47th Street, a Midtown Manhattan, in cui lo stesso Wharol e i suoi ispirati seguaci erano intenti a compiere quella rivoluzione del pensiero artistico che voleva l’arte alla portata di tutti, riconoscibile, fruibile e “consumabile”, esattamente come quei prodotti commerciali da cui traeva ispirazione.
La Factory diveniva così il centro nevralgico della produzione creativa di questi “operai dell’arte” che esploravano la pittura, la scultura, la serigrafia, il cinema e l’arte in genere, approdando in territori dalla spiccata avanguardia. In questi anni Edie Sedgwick, influenza e partecipa attivamente alla vita della Factory rappresentandone uno delle principali personalità, fino alla sua prematura uscita dalle scene.
Con “Edie Sedwick, l’arte dietro un’icona di stile”, da un’idea di Marco Calisse, si vuole celebrare il personaggio simbolo di questo decennio culturale, realizzando un evento che riproponga una factory wharoliana in cui artisti contemporanei produrranno e presenteranno le loro creazioni.
Istallazioni video, artwork live, percorsi fotografici a tema, design&fashion expo, un defile dedicato.
Come disse John Cale sulla Factory:
“non era chiamata la Fabbrica senza motivo. Era qui che la linea di assemblaggio delle serigrafie aveva luogo; e mentre una persona produceva una serigrafia, qualcun altro poteva girare un provino.
Modella, attrice, icona di stile, Edie Sedgwick è il manifesto vivente della Pop Art, movimento artistico che esplode Oltreoceano nella seconda metà del XX Secolo e che rompe con la tradizione, invitando a riconsiderare lo stesso concetto di arte. Arrivata a New York intorno alla metà degli anni ’60, appena ventiduenne, deve il suo improvviso e travolgente successo al fortunato incontro con Andy Wharol, padre americano di questa corrente artistica. Bellissima diva e musa ispiratrice di diversi artisti (da Wharol fino a Lou Reed e Bob Dylan) per un brevissimo periodo di tempo, compreso fra il marzo del 1965 e il 1966, diventa la nuova stella della Grande Mela, una luminosissima cometa che per qualche mese oscura tutto il resto.
“Edie Sedgwick era semplicemente Edie. Il naturale centro dell'attenzione intorno a cui gravitavano tutti gli sguardi, il sorriso capace di mandare in frantumi il cuore di chiunque si trovasse al suo cospetto.”
Copertine di Vogue, di Life, undici film con Wharol.
Ed è sempre quest’ultimo che le apre le porte della Factory, il leggendario laboratorio creativo nato al quinto piano del 231 East 47th Street, a Midtown Manhattan, in cui lo stesso Wharol e i suoi ispirati seguaci erano intenti a compiere quella rivoluzione del pensiero artistico che voleva l’arte alla portata di tutti, riconoscibile, fruibile e “consumabile”, esattamente come quei prodotti commerciali da cui traeva ispirazione.
La Factory diveniva così il centro nevralgico della produzione creativa di questi “operai dell’arte” che esploravano la pittura, la scultura, la serigrafia, il cinema e l’arte in genere, approdando in territori dalla spiccata avanguardia. In questi anni Edie Sedgwick, influenza e partecipa attivamente alla vita della Factory rappresentandone uno delle principali personalità, fino alla sua prematura uscita dalle scene.
Con “Edie Sedwick, l’arte dietro un’icona di stile”, da un’idea di Marco Calisse, si vuole celebrare il personaggio simbolo di questo decennio culturale, realizzando un evento che riproponga una factory wharoliana in cui artisti contemporanei produrranno e presenteranno le loro creazioni.
Istallazioni video, artwork live, percorsi fotografici a tema, design&fashion expo, un defile dedicato.
Come disse John Cale sulla Factory:
“non era chiamata la Fabbrica senza motivo. Era qui che la linea di assemblaggio delle serigrafie aveva luogo; e mentre una persona produceva una serigrafia, qualcun altro poteva girare un provino.
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