Nel processo di creazione delle collezioni uomo e donna di Sartorial Monk, Sabàto Russo individua ogni stagione principi profondi, lontani dall’occidente e fuori dal tempo (che applica nella sua vita e nella creazione rivelandosi giusti e infinitamente attuali.)
Per la stagione Spring Summer 2019 la fonte d’ispirazione è una parola giapponese che Sabàto scopre negli scritti di fine ‘800 dello scrittore Lafcadio Hearn (19850 - 1904) che appare anche in altre filosofie: "kokoro", "lo sguardo che coglie il cuore delle cose".
Lafcadio, nato a Leucade (27.06.1850), l’isola più segreta dello Ionio, da padre irlandese e madre greca, lavora a lungo come giornalista negli Stati Uniti del Sud. Curioso e appassionato del nuovo e diverso, si trasferisce nel Giappone poco noto di quell’epoca e diventa scrittore. Ormai naturalizzato, pubblica in lingua giapponese una serie di libri di favole e pensieri. Scritti che Sabàto coglie e "raccoglie": il percorso umano e culturale di questo scrittore di mente aperta e sentimenti liberi gli ricorda la sua vita e i suoi percorsi tra occidente e oriente, da una professione all’altra, alla ricerca di un modo sempre più speciale di esprimersi nella creazione e di una diversa attitudine che gli permette di scegliere forme, colori e tessuti sempre più liberi e leggeri.
La collezione Sartorial Monk Spring Summer 2019 è la risposta ai concetti di essenzialità, sensibilità, semplicità e fluidità. Di purificazione. È quasi una sorta di meditazione: giusto immergersi nella pace che scaturisce da ciò che è essenziale e sufficiente, lontano dalle tendenze capricciose, lontano dalla massa. Entra e vince la quiete interiore. Partendo dal concetto di "kokoro", che racchiude cuore, spirito, essenza, soffio vitale, anima. L’inner meaning, il significato interiore, si cerca e si segue in ogni atto dell’esistenza. Così prendono "vita" abiti, materiali, forme e colori.
Forme libere e sciolte, colori definiti ma leggeri, tessuti che volano e accarezzano, lunghezze che sfiorano. C’è del lino, molta seta, la lana sottile, il dévoré, in un miscuglio ordinato ed essenziale. Tutto diventa un elogio al cuore, come fosse la via prescelta per trovare l’armonia, una strada da percorrere a piedi rigorosamente scalzi, lei e lui, con la pelle lasciata nuda, libera di provare la sensazione intensa che viene dall’altissima qualità delle materie.
L’abito diventa espressione stessa della persona, la sua essenza, la sua anima. Mai il contrario, mai un travestimento. Con grande pace e morbido distacco.
Qualche highlight: per lei l’abito lungo e carezzevole, la blusa tagliata in sbieco morbida sul collo, il tubino snello e sottile; per lui la camicia morbida e la vestaglia lunga e sinuosa in velluto effetto liquido. Più la maglieria per entrambi, con lavorazioni di viscose fluide, o grandi coste e intrecci a rilievo, per forme sempre grandi e accoglienti.
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